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mercoledì 11 settembre 2013

ARCHETIPI: Carl Gustav Jung Gli Archetipi dell'Inconscio Collettivo


Gli Archetipi dell'Inconscio Collettivo - Libro

fonte: Informazioni aggiuntive
Editore: Bollati Boringhieri
Data pubblicazione: Gennaio 1977
Formato: Libro - Pag 92 -

Aggiornato in data 11 Settembre 2013 - Questo testo, avente titolo Gli Archetipi dell'Inconscio Collettivo - Libro, il cui ideatore è Carl Gustav Jung puoi trovarlo nella categoria Psicologia e approfondisce l'argomento Manuali di psicologia. Prodotto da Bollati Boringhieri e stampato nel mese di Gennaio 1977 , è attualmente in "Disponibilità: 2 giorni". Il costo è € 11,00.
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Descrizione di Gli Archetipi dell'Inconscio Collettivo - Libro

"Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo "inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto "inconscio collettivo"."
"Il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque."


APPROFONDIMENTI

L' INCONSCIO è una situazione incontrollabile che in qualsiasi momento può straripare ed impadronirsi delle persone. La vita è infatti dominata per ¼ dal conscio e per i restanti ¾ dall'inconscio, un mondo misterioso che sfugge al nostro controllo e di cui noi siamo agenti inconsapevoli, ma la cui dimensione si attiene alla nostra vita.

Più nel dettaglio possiamo concepire l' INCONSCIO come una sorta di "magazzino" sia PERSONALE che COLLETTIVO.

INCONSCIO PERSONALE

È un deposito personale (riguarda la nostra vita), in cui si ripone ciò che non si è voluto portare con sé: situazioni rimosse della nostra infanzia. Si manifesta nell'insicurezza (timidezza o aggressività) o tramite il sogno, in quanto lì non ha né vincoli né limiti o cesure sulla nostra vita. I propri contenuti sono i COMPLESSI.

Questo concetto è anche la filosofia ed il pensiero di Freud, che indica appunto col termine INCONSCIO, la situazione di contenuti dimenticati o rimossi.


In questo modo si conferisce però all' INCONSCIO una natura esclusivamente PERSONALE! In realtà possiamo vedere l' INCONSCIO come un qualcosa a "strati": quello più superficiale è PERSONALE, quello più profondo (che non deriva da esperienze o acquisizioni personali - è cioè innato -) è il cosiddetto INCONSCIO COLLETTIVO.

INCONSCIO COLLETTIVO

Luogo in viene immagazzinato il vissuto dell'umanità che non è immediatamente conscio.

È definito "collettivo" perché costituisce un "substrato" psichico che ha contenuti e comportamenti che sono uguali per tutti gli individui: è cioè innato, di natura soprannaturale ed ereditaria. Riguarda gruppi sociali ma anche la nostra vita e si manifesta in maniera simbolica.

Come si riconosce l'esistenza psichica dell'inconscio collettivo? Semplicemente perché i propri contenuti sono poi in grado di divenire consci. Quindi si può parlare di "inconscio" solo quando siamo in grado di indicarne i CONTENUTI, ovverosia gli ARCHETIPI.

ARCHETIPI:

La parola ARCHETIPO ha origini antichissime ed è formata da due termini:

A Immagine preesistente!

rché = principio, origine Typos = forma, immagine

I Contenuti dell'inconscio collettivo sono quindi gli ARCHETIPI, ovvero immagini primordiali di comportamenti.

Queste "immagini primordiali" sarebbero altresì "autoctone", capaci cioè di generarsi per forza autonoma, percepibili dalla coscienza, ma provenienti da una matrice inconscia comune a tutti i popoli, senza distinzioni di tempo né di luogo.

Noi abbiamo strutture di comportamento identiche perché tutti passiamo dall'infanzia all'adolescenza. È fisiologico ma è presente anche a livello psichico.

Il passaggio da infanzia ad adolescenza ha delle caratteristiche ben precise: rifiuto del mondo precedente, disagio nei confronti dei propri genitori. Questo passaggio è una morte simbolica, come se si passasse da un mondo ad un altro. Ma non tutti però sono in grado di lasciarsi "morire" ossia di "lasciarsi andare".

Da qui l'archetipo dell'Eroe: una persona in grado di morire tranquillamente per consentire la propria rinascita. È costante in tutti gli esseri viventi ma diverso in ciascuno. Una struttura formale in cui ci sono i nostri problemi di coraggio, di "lasciarsi andare".

In merito ai contenuti dell'inconscio collettivo, abbiamo detto che si riferiscono a immagini comuni fin dai tempi remoti. L'espressione "représentations collectives" che viene usata per designare le figure simboliche delle prime visioni del mondo, si potrebbe usare senza difficoltà per i contenuti inconsci, poiché riguarda quasi la stessa cosa.

Le "dottrine primitive delle origini" per esempio, trattano gli archetipi in speciali accezioni 1: queste, attraverso "dottrine segrete", trasmettono e tramandano i contenuti dell'inconscio collettivo, in una forma già ELABORATA dal conscio.

Simile cosa accade anche per un'altra e ben nota espressione degli archetipi, ossia il MITO e la FAVOLA. Anche qui si tratta di forme appositamente coniate trasmesse nel corso di lunghi periodi, quindi forme già elaborate e venute al conscio.

Con questo si vuole dire che il concetto di ARCHETIPO conviene solo parzialmente al termine "représentations collectives", poiché questo si rifà esclusivamente a contenuti psichici non ancora sottoposti ad elaborazione cosciente, quindi "immediati". L'ARCHETIPO differisce quindi parecchio dalla formula divenuta storica ed elaborata!

Sin qui appare quindi chiaro cosa si intende con la parola "archetipo". Ma se si vuole capire cosa significhi "psicologicamente", le cose si complicano leggermente.

SIGNIFICATO PSICOLOGICO DI INCONSCIO COLLETTIVO

Non è difficile ammettere che l'attività umana sia notevolmente influenzata da istinti che indipendentemente dalla nostra coscienza, perseguono i loro scopi. L'ipotesi di un inconscio collettivo non è dell'idea secondo cui esistono degli istinti, dato che questi ultimi, possiedono un'analogia così stretta con gli archetipi. Possiamo anzi dire che gli archetipi potrebbero essere le immagini inconsce degli istinti stessi e vi sono tanti più archetipi quante situazioni tipiche. Dunque, quando si presenta una situazione che corrisponde a un archetipo, l'archetipo viene attivato e produce una forza interiore simile a un istinto che si fa strada contro ogni ragione o volontà.

ALTRA DEFINIZIONE DI ARCHETIPO

L'ARCHETIPO è un'intuizione che l'istinto ha di sé stesso. È un'autoraffigurazione dell'istinto. Esso si esprime per via simbolica e rappresenta a priori un "modello di comportamento" le cui manifestazioni possono variare storicamente. L'ARCHETIPO possiede inoltre una sua forza intrinseca ed incontenibile, che può riversarsi con effetti imprevedibili, tanto sull'individuo che sulla società.

METODO DI PROVA

Per provare l'esistenza degli archetipi dobbiamo considerare dove e come possiamo reperire del materiale. La fonte principale sono i SOGNI che costituiscono manifestazioni involontarie e spontanee della psiche.

Un'altra fonte si trova nell' IMMAGINAZIONE ATTIVA, intendendo una serie di fantasie inconsce irrealizzate. Jung ha notato che quando queste fantasie diventano consce l'entità del sogno diminuisce e di conseguenza si può dire che i sogni contengono fantasie inconsce che vogliono affiorare al conscio. Le fonti dei sogni sono quindi ISTINTI RIMOSSI, che hanno la tendenza ad influenzare la mente cosciente.

ARCHETIPO NEL RIFLESSO PSICOLOGICO

All'uomo primitivo non importa affatto di conoscere la spiegazione oggettiva di fenomeni evidenti. Egli invece sente la necessità, anzi la sua anima inconscia, è portata a far risalire qualunque esperienza sensibile ad un accadere psichico. All'uomo primitivo non basta veder tramontare o sorgere il sole: quell'osservazione esteriore deve costituire un "avvenimento psichico", cioè il sole nel suo peregrinare deve raffigurare il destino di un dio o di un eroe, che in fin dei conti, non vive che nell'anima dell'uomo stesso.

Tutti i fenomeni naturali vennero quindi mitizzati. Essi non sono allegorie2 di quegli avvenimenti oggettivi, ma simboli3 dell'interno e inconscio dramma dell'anima, che diventa accessibile alla coscienza umana, per mezzo della proiezione, del riflesso cioè nei fenomeni naturali. I MITI sono quindi in realtà manifestazioni psichiche che rilevano l'essenza dell'anima.

DOTTRINE ESOTERICHE E RELIGIONI

Tutte le dottrine esoteriche e le religioni moderne cercano di afferrare gli accadimenti dell'anima e per farlo hanno raffigurato questi misteri con figure splendenti. Per lungo tempo le spiegazioni e giustificazioni religiose non hanno permesso all'uomo comune di interrogarsi sui "perché" di certe sensazioni o visioni o sogni. Per ogni cosa, per ogni dubbio o domanda, la religione aveva una formula molto più bella e affascinante dell'esperienza diretta. Quando i simboli religiosi (come tutte le cose) con l'uso e col tempo si sono consumati e sono impalliditi perdendo di fascino, l'uomo colto ha ricercato nelle religioni vicine altri simboli, diversi, ancora capaci di "spiegare" e "giustificare" senza domandarsi troppi perché.

L'esperienza della visione di frate Niklaus, è un esempio di ELABORAZIONE DEL SIMBOLO. Ovvero mostra l'utilità del simbolo dogmatico che dà ad un avvenimento psichico un significato comprensibile senza limitarne sostanzialmente l'esperienza né danneggiarne il significato dominante. Con l'aiuto dell'immagine dogmatica della divinità, frate Niklaus è riuscito ad assimilare la visione di un immagine archetipica senza esserne lacerato. Il dogma sostituisce l'inconscio collettivo in quanto lo esprime in modo molto ampio. Il dogma religioso è basato sugli archetipi dell'inconscio collettivo e il credo ne è il simbolo. Quando le immagini sacre, essendo in conflitto con la ragione al suo destarsi, cominciarono a sgretolarsi una dopo l'altra, si credette che ciò stava accadendo a causa della perdita del loro significato. Ma la domanda da porsi è se effettivamente avessero mai avuto un significato o se invece nessuno avesse mai avuto la più pallida idea di che cosa fossero. Dato che le immagini archetipiche sono così cariche di significato, nessuno ha mai avuto la necessità di riflettere su cosa realmente potevano voler dire; di conseguenza l'uomo ha fatto un'importante scoperta: che alle proprie immagini non ha riflettuto affatto. Il problema sorge a questo punto. Le immagini sacre si sgretolano, il Cristianesimo perde il suo potere e l'uomo che non si accontenta di simboli e dogmi orientali perché non ne è il legittimo erede, brancola nel buio più completo. Cerca di riempire il suo vuoto interiore con ideologie di ogni genere, dalle sociali alle politiche, senza per altro colmare il baratro. Si aggrappa ai beni materiali di ogni tipo senza provare alcuna soddisfazione e infine lascia che lo spirito si trasformi da "fuoco" in "acqua", che sprofondi nell'oscurità interiore e che l'intelletto, la mente, prenda il suo posto. L'acqua è il simbolo più corrente dell'inconscio ovvero qualcosa che giace al di sotto della coscienza, identificato anche come subconscio.

1 Accezione = senso, significato.

2 Allegoria = parafrasi (spiegazione) di un contenuto conscio.

3 SIMBOLO = il simbolo esprime un contenuto inconscio, avvertito ma ancora sconosciuto. 

È un oggetto materiale, concreto, che ci mette in contatto con qualcosa di non materiale, ovvero noi col mondo dell'inconscio.

qui trovate il libro, alla fonte

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__gli-archetipi-dell-inconscio-collettivo-libro.php?idsearch=6949297

però badate che la versione integrale, 550 pagine, non 92, costa cinque volte tanto, e la trovate qui

http://www.ibs.it/code/9788833901411/jung-carl-g-zzz99/opere-vol-9/1-gli.html

e se vi interessa il tema Archetipi guardatevi questi video, mettetevi comodi



C G Jung, gli archetipi dell'inconscio collettivo seminario Relatore A Trabucco Coordinatore 
che trovate in questa pagina
oltre a

 22) Il primo Archetipo Aleph funzione UNIONE Shamballah

cercate, cercate ...

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