"THE END"

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martedì 23 aprile 2013

Seven Up

By umoremaligno 

18 aprile

Ho pensato al suicidio ma vorrei trovare un modo spettacolare che tutti possano comprendere che fottuto genio sono stato, finanche nella superna scelta della morte.
Potrei fare come Jan Potocki che staccò una fragola d’argento da una teiera e la limò finché non fosse entrata nella canna della sua pistola. Oppure come l’Uticense, che si trapassò il ventre con una spada dopo aver letto per l’intera nottata il Fedone di Platone. O ancora come Yukio Mishima che dopo aver arringato la folla dal balcone del generale Mashita, entrò nel suo ufficio e fece harakiri. E sennò, candido Marini.

Tanto valeva convergere su Dudù.

Ogni volta che si fa un nome, Renzi lo boccia e dice: “Ve l’immaginate con Obama?”. Che vi devo dire, candidiamo una negra.

Comunque al telefono li vedo benissimo:
- “Good Morning, President Marini. President Obama speaking”.
- “Frec’t'!”.

E se la scelta del PD di puntare su Marini fosse una raffinatissima strategia per far eleggere chiunque tranne Marini? “Non ci riesce mai un cazzo, vediamo se funziona”.

Finocchiaro: “La base? Non l’ho sentita. E neppure le ante, mica parlano i mobili Ikea.”

La strategia di Renzi per indebolire Bersani è stata chiara, precisa e spietata: “Pierluigi, decidi come ritieni più opportuno”.

19 aprile

Negli ultimi vent’anni Prodi è la risposta della sinistra alla domanda “e adesso cazzo facciamo?”.

Fassina dice che la cognata che lavora alle Poste e il cognato che fa l’elettrauto non sanno chi sia Rodotà. E ma chi è il cognato lo sanno bene. E di chi è figlio.

Sarà che sono interista, non lo so, ma a me questo entusiasmo per Rodotà mi ricorda tanto l’arrivo di Pancev.

20 aprile

L’Italia verso una fase nuova: la monarchia.

Immaginate la faccia di Napolitano che apre la porta a ‘sti tizi che gli chiedono di restare con le infradito e i bermuda hawaiani.

Era ciò di cui il Paese aveva bisogno: una fresca ventata di pastiglie valda.

Sel continua a votare Rodotà. “Non ci stiamo capendo più un cazzo”.

Primi effetti del Napolitano-bis: un quinquennale per J. Zanetti e l’uscita di Rambo V.

Però la Gabanelli Presidente sarebbe stata divertente. Si sarebbe avviata la consuetudine delle querele del discorso di fine anno.



Cosima Serrano, Sabrina Misseri e Giorgio Napolitano condannati all’ergastolo.

Zio Michele: “Non ho votato Prodi”.

E pensare che per ristabilire l’unità nazionale, basterebbe solo riaprire il caso di Melania Rea.

La rielezione di Napolitano? È come indossare nuovamente le mutande sporche. Di tuo padre. Morto.

21 aprile

Escono dalle fottute intese.

Napolitano bis, larghe intese, Amato a Palazzo Chigi e programma dei dieci saggi.
Che poi uno non scopa più.

22 aprile

D’Alema: “E’ stato assurdo candidare Prodi in quel modo, con tutti quei dalemiani”.

E intanto c’è il giuramento di Napolitano. La cerimonia sarà sobria e prevederà solo la consegna di una nuova sim.

Da queste elezioni esce un PD spaccato, diviso in rivoli, fiumiciattoli di sangue e merda, schegge impazzite senza condottiero alla mercè dei nemici. Ma poteva andare peggio, potevano rieleggere Napolitano.

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