"THE END"

"THE END"
http://www.romafaschifo.com

venerdì 20 settembre 2013

Il caso Damien Echols e il caso Bestie di Satana.

Il caso Damien Echols.

Nel maggio del 1993 in un bosco di West Memphis in Arkansas vengono trovati tre bambini assassinati e orrendamente mutilati.
Per settimane la polizia brancola nel buio e i giornali ipotizzano piste sataniche ed esoteriche.
A giugno vengono individuati i feroci assassini che avevano commesso quel delitto senza lasciare tracce: si tratta di tre ragazzi, uno diciottenne e altri due minorenni.
Il diciottenne si chiama Damien Echols, gli altri due sono Jason Baldwin e Jessie Misskelley.
Come vengono individuati?
Grazie alla confessione di uno dei tre, Jessie, che all’epoca era non solo minorenne ma anche ritardato mentale.

Dal momento che il ragazzino si autoaccusa viene ritenuto attendibile, nonostante le innumerevoli contraddizioni, le lacune nella ricostruzione dei fatti, e le dichiarazioni strampalate che facevano a pugni con la logica.
Peraltro, durante il processo, Jessie ritratterà le sue dichiarazioni.
Ai tre ragazzi vengono offerti significativi sconti di pena qualora confessino e accusino gli altri.
Nessuna prova fisica, o intercettazione ambientale, ricollega i tre ragazzi al delitto.
Come prove circostanziali vengono portate:
- le abitudini di vita dei tre ragazzi, che vestivano sempre di nero e ascoltavano musica metal e nient’altro;
- un disegno di Echols con 4 lapidi che vennero ritenute la prova che Echols voleva sacrificare bambini a Satana;
- alcuni testimoni, minorenni, che dichiareranno di aver partecipato a orge sataniche nel bosco, mentre una testimone dichiarerà che Damien con la sua auto l’aveva accompagnata ad un sabba.
Damien Echols viene condannato a morte.
Dopo 18 anni di battaglie legali Echols riesce a far valere le sue ragioni e viene liberato. Oggi è libero, e ha scritto un libro, e sta per uscire un film sulla sua vicenda.
La vicenda, se letta attentamente, è chiara: si doveva cercare un capro espiatorio per quegli omicidi, e i veri responsabili vengono coperti incastrando degli innocenti che non siano in grado di difendersi, non essendo abbastanza maturi, essendo privi di appoggi familiari, e non avendo soldi per una difesa adeguata.


Leggendo la vicenda salta agli occhi il parallelo con la vicenda delle Bestie di Satana. Ricapitolando la vicenda infatti:
Paolo Leoni e Nicola Sapone vengono condannati all’ergastolo nonostante nessuna prova fisica ricolleghi i ragazzi agli omicidi. Non vengono trovate tracce di sangue, l’arma del delitto non viene individuata, non viene individuato neanche il movente.
La prova regina del processo consiste nelle confessioni di Volpe, Maccione e Guerrieri. Guerrieri è un ritardato mentale, tanto è vero che finirà in manicomio giudiziario; quanto a Maccione, minorenne all’epoca dei fatti, è sufficiente ascoltarlo o leggere le sue dichiarazioni per rendersi conto che si tratta di un ragazzo con diversi problemi personali, completamente inattendibile per l’assurdità delle dichiarazioni che effettua.
Volpe, l’unico dei tre accusatori che mentalmente pare capace di intendere e di volere, è totalmente inattendibile perché arriva persino (a fronte dell’evidenza e di un PM che riuscirà ad accusarlo di calunnia) ad ammettere di essersi inventato degli omicidi.
A tutti i ragazzi coinvolti verranno offerti significativi sconti di pena qualora confessassero. Leoni e Sapone si rifiutano di confessare e la pena del primo grado (30 anni per Leoni, ergastolo per Sapone) viene commutata in un ergastolo per Leoni e due ergastoli per Sapone, a titolo punitivo per la “mancata collaborazione”.


E’ evidente il parallelo tra il processo alle Bestie di Satana e quello ai tre di West Mamphis. Entrambi i processi vedono come imputati minorenni e ragazzi appena diciottenni, accusati di avere doti criminali da Arsenio Lupin, perché riescono a non lasciare tracce e a rimanere impuniti per molto tempo; le uniche prove sono fornite da “pentiti”, ritardati mentali e inattendibili, che vengono ritenuti attendibili sol perché accusando gli altri hanno accusato anche se stessi; manca qualsiasi prova di collegamento fisico tra il fatto e i suoi autori; la ricostruzione dei fatti oltre ad essere priva di movente è anche illogica; vengono trascurate molte delle argomentazioni a difesa; le intercettazioni ambientali e telefoniche in entrambi i casi non danno alcun risultato ma nonostante questo l’assenza di prove viene valutata come un punto a favore della capacità criminale dei ragazzi, considerati tanto freddi e astuti da non tradirsi mai; i testimoni sono palesemente inattendibili (nel caso Echols ad esempio verrà dimostrato che Damien non aveva la patente e tantomeno l’auto; nel caso delle Bestie di Satana alcuni testimoni vengono smentiti, mentre altri, che dichiareranno di temere Paolo Leoni per il suo satanismo, sono i componenti di una band metal che fa musica e testi di chiara matrice esoterica “nera”).

La vicenda di Damien Echols è stata pubblicata di recente da Einaudi nel libro “Il buio dentro di me” dove Damien racconta la sua storia, narra la sua infanzia e la sua adolescenza, e racconta il percorso fatto in prigione; una storia di soprusi, torture fisiche e psicologiche.
Al termine del libro, un resoconto dettagliato della vicenda processuale.
Un libro bellissimo, per rendersi conto di come le vicende processuali siano tutte uguali, in Italia come in America.

Una ricostruzione abbastanza dettagliata del processo la si trova qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Tre_di_West_Memphis

Damien Echols: un'intervista all'autore del BUIO DIETRO DI ME

dal blog http://paolofranceschetti.blogspot.it/

Nessun commento:

LKWTHIN

altri da leggere

LINK NEOEPI

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...