"THE END"

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giovedì 29 novembre 2012

RESILIENZA: UNA NUOVA PAROLA D'ORDINE O UNA MIGLIORE COMPRENSIONE?


Articolo di Karl Wagner, Direttore delle Relazioni Esterne
presso il Centro Internazionale del Club di Roma


La resilienza è un termine che è stato utilizzato sempre più nel corso dell'ultimo anno e dintorni. Questo video esprime benissimo il concetto, dal minuto e 37, n.d.r.


Il suo uso attuale proviene dal dibattito sul clima, dove caratterizza la capacità di un sistema di adattarsi ai cambiamenti indotti dal riscaldamento globale.
In senso più generale la resilienza è la capacità di un sistema di rimanere entro certi limiti ovvero di mantenere l'equilibrio, nonostante le fluttuazioni causate dalle forze esterne. 

È un sinonimo per definire la capacità di ammortizzare gli attacchi esterni, e una caratteristica necessaria di qualsiasi tipo di sistema.
I laghi dotati di un sistema tampone alcalino, per esempio, seppero resistere, negli anni ottanta, alla acidificazione causata dalle piogge acide, mentre laghi meno alcalini e sensibili della Svezia meridionale si acidificarono e divennero privi di forme di vita superiori.
Il nostro mondo è fatto di diversi sistemi interconnessi: i sistemi naturali, i sistemi sociali, i sistemi finanziari, i sistemi economici, i sistemi industriali e molti altri.
Quando il sistema finanziario è quasi collassato, si è visto cosa significhi quando un sistema globale non ha una resistenza intrinseca per agire da tampone contro le fluttuazioni. Il sistema finanziario ha dovuto essere salvato a spese della resilienza del sistema economico e dei soggetti interessati (perdita di risparmio significa perdere la resistenza contro le malattie e gli infortuni) e di (per lo più piccole) imprese.
L'effetto del crollo del sistema finanziario è stato un grande maremoto che ha attraversato il mondo intero e che ha colpito le imprese più grandi: nel 2008, gli amministratori delegati di due delle tre grandi case automobilistiche degli Stati Uniti, General Motors e Chrysler, sono andati a Washington per chiedere aiuti finanziari perle rispettive società quasi fallite. E, stranamente, l'amministratore delegato di Ford, la terza casa automobilistica più grande degli Stati Uniti, li ha accompagnati supplicando il presidente perchè salvasse isuoi concorrenti, il tutto ben documentato nel bellissimo libro di Barry C. Lynn “Cornered- The New Monopoly Capitalism and the Economics of Destruction“.
Lynn è sconcertato: era stato allevato nella convinzione che la Ford sarebbe stata felice, quando i suoi concorrenti fallivano. Ma quello che era successo era che l'industria automobilistica era diventata "orizzontalmente integrata", in modo che tutti i costruttori di automobili potessero comprare le parti di automobili dagli stessi fornitori, per cui se due grandi case automobilistiche uscivano dal business, tale sorte sarebbe spettata anche alla produzione di componenti e di conseguenza alla terza casa automobilistica.
Lynn ha svolto ulteriori ricerche e ha scoperto che questo "monopolio" ha avuto luogo nella maggior parte del settore nel corso degli ultimi 10-15 anni, soprattutto attraverso fusioni e acquisizioni, e in gran parte è passato inosservato da coloro che non hanno familiarità con uno specifico settore industriale. Ciò ha portato a un campo da gioco industriale dominato a ogni livello da un gruppo molto ristretto di aziende. Questa tendenza, di cui l'industria e il settore finanziario sono così orgogliosi, ha ridotto la diversità a tutti i livelli della produzione e del commercio, e con essa la capacità di recupero dei sistemi industriali. Questo ha creato una situazione, in cui o tutti stanno in piedi o cadono tutti insieme, come abbiamo visto nel mondo della finanza.
Lo stesso problema accade probabilmente nei sistemi sociali. Una volta che una forma sociale viene drenata tramite un attacco causato da valori essenzialmente egoistici, è soggetta al collasso e quando si blocca, i tassi di criminalità, la diffidenza e la miseria umana crescono. La monopolizzazione e la centralizzazione hanno lo stesso effetto: se ci riscaldiamo con il gas russo, poi tutto quello che succede in Russia potrebbe portare a un inverno freddo in Europa. D'altra parte, un sistema energetico decentralizzato fungere da cuscinetto contro qualsiasi tipo di evento. 

Quindi si dovrebbe cercare di rendere il nostro sistema energetico resiliente.
Stiamo probabilmente osservando un fenomeno potenzialmente molto pericoloso, e fino ad oggi, nemmeno riconosciuto: il metodo attuale dell'umanità di trattare i sistemi è quello della continua riduzione della loro capacità di tampone contro le combinazioni di eventi, anche strane e insolite, e ciò aumenta la probabilità di incidenti globali, che interessano interi sistemi in tutto il mondo.
La Terra era un mondo meravigliosamente complesso prima che l'uomo diventasse la specie dominante. Sembra che questa specie dominante stia cercando di eliminarsi sostituendo la naturale complessità, che garantisce la stabilità, con una banalizzazione seguita da una complicazione, che danno luogo a instabilità.

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