"THE END"

"THE END"
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venerdì 19 ottobre 2012

Il Reiki (introdotto da Gesuiti?) nella civiltà "dei morti"

Intro
Oggi leggevo un po' la storia d'oriente, del Giappone e del Reiki più di preciso, di cui conosco veramente poco perché non credo nessuno possa davvero insegnarti certe cose, ma poi, ne sappiamo tanto poco che crediamo a ogni cosa ci viene raccontata dell'Oriente, magari dal primo letto che parla d'amore e luce ... 
Pensare che la loro filosofia, o religione, o pensiero fondamento delle loro credenze, come gli indiani d'altronde, sembrano atti a sincronizzare due realtà, il mondo dei vivi e il mondo dei morti, o degli spiriti. Per questi tutto ha spirito, tutto è vivo giustamente, e tutti si reincarnano secondo loro. Tanto che in alcuni luoghi dell'India monaci di un ordine di cui non ricordo il nome, prima di mettere il piede al suolo utilizzano un frustino di paglia che sempre portano con se, per scacciare eventuali piccoli insetti che non si vedono. Ovvio, non si nutrono di animali nemmeno. Loro "credono", hanno "fede", che potrebbe essere tua nonna ... tuo padre, tua madre ... 
E non cito nemmeno tutti i loro templi sacri dedicati a bovini, scimmie, topi, cobra, etc, etc, ma prima intendevo anche indiani pellerossa, i quali in modi differenti si prendevano cure di anime passate e presenti, gli sciamani curavano i dolori delle anime ... vive, o passate.
In effetti, però, tutto è vivo e non averlo capito fa proprio parte di uno dei maggiori problemi della nostra civiltà cresciuta e sostenuta da oggetti "senza vita", abbiamo corso anni a riempire il mondo di sedie, televisioni, automobili, plastica ... di tutto. Ogni lavoro, tranne in pochi casi, ti puoi chiedere "sempre" ma dove vanno tutti questi! Anni a espellere da zone industriali oggetti che avranno una vita media sempre più breve, questo è l'apice del consumismo. E ora ci si stupisce che il mondo sia pieno ...
Obiettivo finale? Nessuno lo saprà mai quello della civiltà consumista se non l'evidente segnale dell'ammazzo "tutti" quelli che non fanno come noi. Ora ci sono gli arabi da qualche anno, poi? Si vedrà ... basta un 11-9 ben organizzato! 

Uno scritto di Gianni Tirelli, tremendamente esatto come sempre:
UN MOCCIOSO DENTRO LA GABBIA DELLA MODERNITA’

Appare immediatamente l'opposto di quello che prima dicevo sull'oriente e indiani, la nostra concezione di vita ... non esiste! Non c'è, per noi è tutto morto! Come macchine tendiamo a lustrarci fuori ma tendere sempre più al vuoto totale internamente. 
Vi sembra che i premi nobel a chi investe in guerra non ne siano l'esempio plateale? 
Ed è giusto, logico almeno, noi che ci siamo auto definiti "evoluti, civilizzati, evangelizzatori" , trattiamo con la morte più che con ogni altra cosa. Macchine morte, oggetti  riempiono le vite dall'inizio alla fine, noi abbiamo a che fare con macchine, belle fuori sopratutto, conta poco il resto ... e non consideriamo nemmeno quel "non" considerare la vita, che non può non balzare all'occhio, se paragoni i monaci scaccia-insetti con gli allevamenti intensivi ... proveniamo dallo stesso ominide? 
Lo stesso primate avrebbe generato questi opposti ...

Sarebbe interessante un giorno scoprire che quella tanta energia che non vediamo e che convive con noi, abbia delle leggi ben precise come quella di gravità: Non ci sarebbe da stupirsi poi così tanto, in quanti avremo visto almeno una volta, o più magari, avvenimenti inspiegabili? A volte davvero sembra non "esserci" spiegazione, ma lo sappiamo che c'è invece, solo che non si capisce: Anche il magnete era "magia"
 Ora lascio ...
Buona Lettura


CAPITOLO “IL REIKI ARMA OCCULTA DEI GESUITI” …DAL LIBRO “GESUITI”

Questo è un capitolo tradotto da “minigob” e corretto da “alonindark” che si trova nel libro in francese non ancora tradotto in spagnolo e disponibile in rete con il titolo Jésuites” a cura del “Centro di Studi dell’Ordine Mondiale – Le Centre de Recherches sur l’Ordre Mondial.
Il suo contenuto è discutibile, ma nell’ottica di una società sempre più incline a tutto ciò che arriva da “Oriente”, senza metterlo in discussione soprattutto, quando si veste opportunamente di “amore, luce e guarigione”, vale la pena di prenderlo in considerazione e di valutare i rischi che ci assumiamo, quando ci immettiamo nell’apprendimento o quando i nostri corpi cedono all’applicazione di tecniche la cui vera origine ci è sconosciuta e diamo tutto per buono senza alcuna resistenza. continua sotto


Via rosicruciana - L'Archetipo
www.larchetipo.com/2002/mag02/viarosicruciana.htm
 

Avere ben presenti e chiare le idee in merito allo scopo degli esercizi spirituali è determinante per il ricercatore affinché possa seguire efficacemente l’ascesi ed operare fattivamente la catarsi, acquisendo cosí, tramite esperienze sempre piú profonde, la consapevolezza di essere un Io in evoluzione quale figlio dell’Io Sono. Quando si è coscienti di ciò si comprende che le tecniche o gli esercizi spirituali sono in realtà solo un pretesto per far quietare il pensare, il sentire e il volere riflesso e permettere all’uomo interiore di liberarsi dai sensi ed immergersi, attraverso il silenzio, nel vuoto pieno dell’Io Superiore.
Liberazione che, iniziata nel pensare e proseguita nel sentire e nel volere, permette di entrare in contatto con le forze spirituali corrispondenti e attraverso esse con il Logos. Momento fondamentale per la crescita interiore, poiché si permette all’Io Superiore di operare quella modifica strutturale del nostro essere e in particolare dei nostri corpi, che solo il Cristo può operare attraverso la donazione del suo Pensiero Vivente o Solare.
Pensiero Solare che, manifestando la Forza-Cristica o Forza d’Amore, è Luce-Pensiero della penetrante Luce d’Amore, che pervadendo l’anima, libera la nascosta Luce di Vita e svela il Sacro Amore della ritrovata Iside-Sophia. Sacro Amore capace di espandersi oltre i limiti del microcosmo e perciò in grado di abbracciare in essenza i piani e gli esseri dell’intero creato, essendo il fondamento del pensiero cosmico ed universale, la sostanza del puro volere e la matrice del magico potere della Volontà Solare e dell’immaginazione creatrice. Volontà Solare che è magia sacra del volere che pensa, operante oltre la mediazione cerebrale, quale risultato del pensiero che si svincola dalla terrestre mineralità e ritrova nel volere l’immanenza del suo potere trascendente quale supporto e veicolo del Pensiero Vivente. Ritrovamento che avviene nel vortice dell’atarassia animica quale corrente del volere che torna ad essere, grazie all’incontro nel cuore delle forze del sistema osseo-nervoso con quelle del sistema sanguigno-muscolare, la corrente dell’Io nel sangue. Possibilità data di riscoprire in sé le forze dell’Eden nel duplice aspetto maschile-femminile del risorto elemento androginico originario e pertanto di restituire il volere al pensiero, la Luce di Vita al sentire e l’immaginazione creatrice al percepire; preparando cosí l’Uomo Nuovo.
Operazione Solare che segretamente agisce nell’umanità e che consente al ricercatore capace di riconoscerla, di accelerare nel silenzio, nel vuoto e nel miracolo dell’Io interiore i tempi d’evoluzione, permettendogli cosí di realizzare anticipatamente il Sé Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo Spirito.
Infatti, per divenire consapevoli della vita dell’anima e delle sue realtà spirituali è importante seguire l’iter iniziatico, adoperando gli esercizi interiori della scienza dello spirito come punto d’appoggio sia per sviluppare gli organi sottili indispensabili per la percezione del mondo astrale, eterico e spirituale sia per prendere coscienza dell’Io interiore che è la base per ogni ulteriore crescita. Pertanto non si possono percepire i mondi sottili se non si sviluppano, insieme alle facoltà spirituali, gli organi adeguati di percezione. Non si può entrare in tali mondi superiori se, unitamente alla percezione della luce spirituale, non si prende coscienza dell’Io interiore e del Logos. Non si può vedere il mondo astrale, né rapportarsi ad esso se non si inizia a sviluppare il Manas, che è la chiave per entrare nei mondi spirituali e per accostarsi alla parte piú pura dell’anima. Non si può agire ed operare nel mondo astrale, né sentire le vibrazioni, le forze viventi e le energie di vita del mondo eterico, se non si inizia a sviluppare la Buddhi e a vivere della sua illuminazione. Infine non si possono dirigere, tramite il pensiero puro, le vibrazioni, le forze viventi e le energie di vita del mondo eterico, né creare il corpo di gloria o di resurrezione se non si inizia a sviluppare, dopo la Luce-Pensiero la Luce di Vita e l’illuminazione buddhica, sia la coscienza pura, sia la coscienza iniziatica sia ancora la potenza del volere cristificato quale consapevolezza divina in atto: realizzando cosí l’Atma.
Metamorfosi dell’Io e dell’anima attuata attraverso la via del pensiero e scandita dalla sacralità del rito interiore da esperienze che indicano le tappe del suo evolvere. Piú esattamente si attivano e si sviluppano gli organi sottili quando si libera il pensiero dai sensi. Si diviene coscienti dell’Io interiore quando si percepisce all’interno del pensiero puro la forza e la luce adamantina del pensiero e con essi, grazie alla Forza Vivente dello Spirito Solare, la consapevolezza della propria realtà spirituale con sede prima nella testa e poi nel cuore, quale Nucleo Vitale del Sé Spirituale, dello Spirito Vitale e dell’Uomo Spirito. Si inizia a sviluppare il Manas con la relativa coscienza immaginativa quando, oltre ad una corrente eterica specifica, si forma, partendo dalla nuca quale centro, un cerchio d’energia e di luce simile all’aureola che si può vedere intorno alla testa degli angeli, dei martiri e dei santi nelle raffigurazioni dell’arte sacra.


In sostanza quando si prende coscienza del punto dietro la nuca, corrispondente alla zona del cervelletto, si inizia ad avere contatto con il mondo astrale e a scoprirne le ripercussioni nei mondi sottili. Il formarsi del cerchio d’energia e di luce è il segnale indicativo della presa di possesso di tale piano da parte dell’Io interiore,
nonché la sua compenetrazione progressiva nei corpi sottili. In definitiva si è aperta la strada per avere qualsivoglia tipo di esperienza astrale, eterica e spirituale e si è acquisita la certezza del proseguimento della vita fuori dal corpo fisico ed oltre la morte, indicata simbolicamente con il “bere l’ambrosia, o il nettare degli Dei, o l’acqua di vita eterna”.
Tanto maggiore è la grandezza della circonferenza e l’intensità dell’energia e della luce di tale cerchio, quanto maggiore e intensa è la presa di coscienza dell’Io sull’astrale; tanto piú si è coscienti della sua presenza ed esistenza, quanto piú si è consapevoli di tale mondo, comprendendone progressivamente le leggi e gli aspetti nonché le ripercussioni che ha con gli altri mondi, compreso quello fisico.
Piú si scende nelle profondità del proprio essere e della propria anima piú l’aureola si ingrandisce, sottolineando la possibilità di esperienze di natura sottile sul piano fisico come sui piani spirituali. In particolare vengono evidenziate le esperienze che vanno da una maggiore coscienza nel sonno con sogni alla continuità di coscienza nel sonno senza sogni; da stati meditativi particolari, difficili da illustrare, alla coscienza iniziatica in cui oltre a sentirsi sciogliere nello spazio, si può percepire il proprio essere quale microcosmo, contenente le proiezioni permeanti degli enti del macrocosmo. Qui il dentro diventa il fuori e il fuori diventa il dentro; non si è piú soli, ma facenti parte di un disegno divino in cui ogni essere è in comunione con ogni altro essere, a prescindere dal piano cui esso appartenga. Si entra in definitiva, attraverso questo centro che ne è la porta d’ingresso, nei mondi sottili percependone, nella verità e nella realtà, la vita.
Inoltre col proseguimento delle pratiche si scopre che da tale centro partono le capacità percettive delle esperienze sottili come per esempio l’impulso visivo, uditivo, olfattivo, gustativo, di tatto, di calore, di freddo, di attrazione e di repulsione che poi trovano nei chakra specifici il loro organo di percezione. Infine si comprende che in questo punto dietro la nuca risiede la connessione con la musica delle sfere e, cosa piú importante, con il suono cosmico creatore, scoprendone cosí il collegamento con il respiro universale della divinità: ossia con l’azione del soffio del Demiurgo sia nella sua forma di mahāmanvantara che in quella dipralaya. Collegamento che è la ragione per cui tale centro fa da ponte con la zona dove riposa la memoria spirituale o Cronaca dell’Akasha e, di conseguenza, con lo scrigno dove è raccolto il karma che ci portiamo dietro da un’incarnazione all’altra. Questa ultima presa di coscienza fa comprendere l’importanza del Cristo nell’evoluzione umana e il perché è il Signore del Karma. Infatti si comprende che, attraverso l’intervento del Logos, è stato possibile in primo luogo non identificarsi con la materia e di conseguenza non perdere la coscienza e la percezione dello spirito, in secondo luogo, tramite il pensiero puro, suscitare la Forza cristica dell’Amore; unica forza capace di sciogliere il karma senza passare per il normale pareggio.
Riguardo alla Buddhi, si inizia a svilupparla, unitamente alla relativa coscienza ispirata, quando iniziano le percezioni delle correnti eteriche e del percorso del loro fluire nel nostro essere. In particolare quando, accompagnata dalla cessazione del respiro fisico, si percepisce la rotazione di un certo tipo di energia eterica e di un particolare cammino circolatorio a forma di otto. Questo tipo di energia ha come origine di rotazione il cuore il quale ne è anche il centro ritmico, da lí si porta nella zona posteriore, esattamente nell’intersezione tra la linea della spina dorsale e quella delle scapole, scende poi lungo la colonna vertebrale fino a giungere al perineo. Da qui, purificato il volere dalla brama, risale anteriormente toccando gli organi sottili inferiori fino a ritornare al cuore. Nuovamente da questo centro riparte portandosi nella zona posteriore della schiena e, seguendo la linea della colonna vertebrale sale alla testa fino a giungere alla sommità del cranio. Da qui, liberato il pensiero dal supporto cerebrale ed eterizzata la testa, si porta nella parte anteriore e, toccando i centri superiori quale l’occhio spirituale e il centro della gola, torna al cuore chiudendo cosí il simbolo dell’infinito. Questa rotazione è cosí veloce e vorticosa che, pur avvertendo la direzione e il cammino in cui si muove, si percepisce l’energia presente in tutta la sua forma ad otto. Nello stesso istante si vede il proprio corpo immerso in una luce di un colore bianco-rosa con sfumature viola-indaco, mentre la tonalità del suono interiore che accompagna l’esperienza giunge a un’ottava molto alta. L’estasi cosciente che ne consegue, cui concorrono le forze dell’eros sciolte dalla brama e perciò fuori del supporto materialistico essendo tornate come pure forze dello spirito, è indescrivibile per l’elevatezza, per la trasformazione in beatitudine e per l’intensità che raggiunge, a tal punto da far pensare che il fisico non sia in grado di sostenerla. Il formulare questo pensiero spezza il momento magico che si vive e si diviene coscienti di non respirare da molto tempo. Il cercare volitivamente di riprendere la respirazione provoca la cessazione del pulsare ritmico, la scomparsa dell’energia eterica e della rotazione e si torna con la coscienza nel fisico, perdendo, cosí, lo stato trascendentale.
Di questa esperienza occorre sottolineare alcuni aspetti relativi agli elementi che l’accompagnano come la cessazione del respiro e la pulsazione ritmica del cuore. La cessazione del respiro fisico è sempre presente in particolari esperienze metafisiche di natura profonda, dura tutto il periodo dell’esperienza e, tenendo presente la dilatazione del senso del tempo (si è infatti fuori del tempo e dello spazio), può durare alcuni minuti: segno sia che per la coscienza pura il respiro fisico non serve sia che da tale cessazione scaturisce la sua inversione e nasce il respiro metafisico, quale regime necessario per la creazione della pietra filosofale. La pulsazione ritmica avviene ogni volta che si riesce a trasportare l’Io, tramite il volere di vita macrocosmico, nella sua vera sede microcosmica: il cuore. Questo produce la presa di coscienza del centro ritmico, percependo, quasi con l’udito, il battere del tempo nelle pulsazioni cardiache che giungono fino al centro della gola. In particolare, nell’esperienza sopra descritta, tale coscienza permette la dilatazione delle percezioni al punto di udire il fruscio prodotto dallo scorrere del sangue nelle vene mentre si opera la sua eterizzazione, scoprendo con ciò che vi è uno stretto legame tra il pulsare ritmico e l’eterizzazione prima del cuore e poi, grazie all’energia nella rotazione alchemica a forma di otto, del sangue e dell’intero corpo.


È anche da notare che, dopo la prima esperienza di questa rotazione ad otto, si prende coscienza degli esseri elementari che vivono nell’aura e dei messaggeri delle Gerarchie Spirituali preposti alla nostra tutela e ristrutturazione, oltre che delle rotazioni e circolazioni delle energie eteriche operanti in noi nel riedificare, ripristinare e sviluppare corpi, centri ed organi della struttura fisica e metafisica. In sostanza, l’Io, riportando in sé l’armonia del pensare, del sentire e del volere, diviene capace di richiamare e dirigere le energie eteriche ed astrali entro il proprio essere e, non essendo in contrasto con ciò che lo circonda, di dirigerle all’occorrenza fuori di sé. Questo porta alla scoperta della fonte della vita e della sorgente del miracolo nella Buddhi e di conseguenza alla conoscenza e alla padronanza dell’energia guaritrice. Energia che, partendo dal cuore, agisce secondo la necessità o espandendosi in tutta l’aura, o dirigendosi alle mani per attivarne i centri, o portandosi al centro della testa per usare gli enti di luce del pensiero nel superare lo spazio, rendendo cosí possibile la guarigione nei casi in cui non si è in contrasto con la legge del karma.
Si scopre cosí che questa energia guaritrice è identica all’energia del Sacro Amore, ottenuta attraverso la congiunzione della Luce d’Amore con la Luce di Vita nella zona cardiaca dopo che è stato liberato il pensiero dai sensi e il sentire animico dall’egoità. Energia del Sacro Amore che, ponendoci in modo diverso verso il dolore e la sofferenza del mondo e del prossimo, sviluppa la compassione. È tale compassione la forza trasmutatrice del sentire capace di trasformare il dolore e la sofferenza in sollievo e gioia, facendoci comprendere che gli opposti sono parti di una stessa realtà, percepita a causa della riflessità della materia, in modo diverso da come ci rapportiamo ad essa. Comprensione che è il fondamento della magia e del miracolo capace, anche se per brevi attimi, di farci vivere ed agire in un’altra dimensione, dove il Sacro Amore, irradiandosi nell’universo, è gioia pervadente dell’anima nel suo respirare spirito. Questo dona l’illuminazione e la comprensione del senso profondo dell’essere in tutte le sue manifestazioni, solleva il velo della māyā e apre in modo radicalmente diverso il sentire sé e gli altri, riconoscendo in ciascuno il nucleo vivente dell’Essere.
Consapevolezza dell’Essere che nel silenzio profondo prorompe nel suono, nella voce e nell’affermazione dell’Io Sono che è il Cristo e che, coinvolgendo in profondità l’anima, rende reale l’espressione «Non io, ma il Cristo in me».

Giotto Pierrogi 
fonte


CAPITOLO “IL REIKI ARMA OCCULTA DEI GESUITI” …DAL LIBRO “GESUITI”

Questo è un capitolo tradotto da “minigob” e corretto da “alonindark” che si trova nel libro in francese non ancora tradotto in spagnolo e disponibile in rete con il titolo Jésuites” a cura del “Centro di Studi dell’Ordine Mondiale – Le Centre de Recherches sur l’Ordre Mondial.
Il suo contenuto è discutibile, ma nell’ottica di una società sempre più incline a tutto ciò che arriva da “Oriente”, senza metterlo in discussione soprattutto, quando si veste opportunamente di “amore, luce e guarigione”, vale la pena di prenderlo in considerazione e di valutare i rischi che ci assumiamo, quando ci immettiamo nell’apprendimento o quando i nostri corpi cedono all’applicazione di tecniche la cui vera origine ci è sconosciuta e diamo tutto per buono senza alcuna resistenza.

CAPITOLO “IL REIKI ARMA OCCULTA DEI GESUITI” …DAL LIBRO “GESUITI”
Come fu conquistato il Giappone

                                                                                  Il Reiki forma parte di una delle tecniche di cura della “Nuova Era” che sembra uscita dal nulla e di cui nessuno comprende il funzionamento.

La maggior parte dei sistemi terapici cadono rapidamente in disuso o si concentrano nelle mani di un piccolo gruppo di curatori che, avendo messo fede e denaro, non vogliono “cedere” ad altri.

Questo però non è il caso del Reiki: 30 anni dopo la sua introduzione in occidente, 5 milioni di persone lo hanno praticato e solo in Francia si parla di 100.000 aderenti. Non discutiamo in questa sede il fatto che possa fare “miracoli”,vogliamo solo dimostrare che si tratta in realtà di una tecnica vicina alla magia nera praticata dagli iniziati gesuiti con una finalità ben precisa.


Per dimostrare quanto asserito dobbiamo andare alla storia del Giappone e seguire “la pista gesuita” ed alla conoscenza profonda delle loro tecniche di manipolazione.
Allora con tutta probabilità trasparirà dal nucleo dei miti e leggende sul Reiki, il vero volto del suo fondatore,Mikao Usui.

La storia inizia il 15 agosto del 1549, quando il padre francescano Francisco Javier sbarca in Giappone.

Egli sarebbe potuto arrivare prima, però volle attendere quel determinato giorno che segna non solo l’ascensione della Vergine Maria ma anche e soprattutto perché era l’anniversario della fondazione della Compagnia di Gesù da parte di Ignazio da Lodola e dei suoi sei compagni (vedremo anche che questa data “sacra” è importante per la storia del Giappone).

Senza indugi il buon padre inizia il suo lavoro da missionario che è anche un lavoro d’infiltrazione progressiva che quella nuova cultura offriva al suo sguardo attento. Con la sicurezza acquisita dopo l’esperienza in India, prende rapidamente potere fino ad ottenere la protezione del signore della provincia di Nagasaki dove stabilisce il suo feudo cristiano.



Le cose vanno abbastanza bene all’inizio fino al momento in cui, stanco degli inganni dei gesuiti, credendo poco nella loro facciata umanista – cristiana dietro la quale si nascondono, l’Imperatore del Giappone ordina la loro espulsione dall’isola e finalmente proibisce il culto cristiano. La storia ci dice che molti padri morirono da martiri.
Il Giappone si chiude definitivamente alle influenze straniere. Siamo nel 1628.
Durante il XIX secolo il cristianesimo continua ad essere proibito. Sono accettati solo i cristiani olandesi, ma che agiscono solo per motivi umanitari e non per fare proselitismo.
Sotto questa copertura nel 1859 sbarca in Giappone un certo Guido Verbeck.
Sbarca giusto a Nagasaki, luogo da cui Gesuiti dovettero ritirarsi.
Guido Vebeck non è ufficialmente un gesuita, ma ne possiede tutte le caratteristiche.
Come ogni gesuita aveva seguito un lungo studio di ingegneria prima di entrare finalmente al seminario di Aubum nello Stato di New York, dove divenne pastore protestante.
Se fosse stato gesuita i Giapponesi(che conoscono molto bene la storia del proprio paese) lo avrebbero cacciato e non gli avrebbero concesso di arrivare alle posizioni importanti cui ambiva.
Nella figura: il simbolo invertito del Reiki usato da diversi “maestri”.

Nel 1863, Verbeck inizia a dare lezioni nella Scuola di Studi Occidentali, sempre a Nagasaki.

Non predica la Bibbia (in quanto proibita)studiava con i suoi alunni (alcuni di loro avranno incarichi importanti nel governo) i Diritti dell’Uomo e la Costituzione americana. Pubblicherà anche il primo dizionario anglo – giapponese che è una delle priorità dei gesuiti, quando si infiltrano in una cultura.

Il 15 agosto (!) dello stesso anno gli Inglesi attaccano il Giappone per via di un’offesa legata ai samurai.
Bombardano Kagoshima, proprio il posto dove era sbarcato Francisco Javier tre secoli prima. Dopo questa guerra lampo, il Giappone è obbligato a pagare un grave indennizzo.
Nonostante questo incidente Giappone ed Inghilterra si riavvicinano e l’Inghilterra sosterrà l’imperatore poiché quest’ultimo entrerà in guerra con i samurai, la nobiltà feudale del suo paese. (E’ la guerra Boshin, riportata dal film “L’ultimo imperatore”).


Una marionetta dei Gesuiti

Siamo nel 1868; sale al trono l’imperatore Meiji che ha solo 15 anni
.
Egli sarà il responsabile di tutte le riforme che apriranno il Giappone all’Occidente. Parallelamente a questa liberalizzazione, imporrà alla corte un sistema retrogrado di culto alla sua persona che si chiama “Shintoismo di Stato”. Possiamo vedere che questa contraddizione tra il moderno e l’arcaico ha un senso nel momento in cui si conosce la strategia dei Gesuiti.
Nel nuovo governo Guido Verbeck avrà un ruolo importante. Insegna nell’Università imperiale di Tokio dove sarà trasferito l’imperatore per impedire i contatti con i suoi antichi consiglieri. Il futuro primo ministro del Giappone passerà tra le mani di Verbeck, continua così l’antica tradizione gesuita di “formazione dell’elite politica”.
Un anno più tardi, il 15 di agosto (!) si instaurano sei nuovi ministeri, tra cui il Ministero dell’Educazione dove Verbeck avrà un ruolo importante (ancora oggi è considera il padre del sistema educativo giapponese) e l’Ufficio per le Religioni che organizzerà il famoso “Shintoismo di Stato”.

                                                                                   E’ importante capire cosa sia lo Shintoismo di Stato.

Lo shintoismo originale è simile a ciò che l’induismo è per l’India. E’ un sistema di credenze molto aperto, ma orientato essenzialmente verso il culto degli antenati e dei luoghi santiAlcuni hanno parlato di sciamanesimo, ma si tratta di uno sciamanesimo naturale totalmente integrato nella coscienza mistica dei Giapponesi.

Lo “Shintoismo di Stato” imposto in questo periodo è un sistema molto più rigido, amministrativo, chiuso. Farà in modo di aprire un’inquisizione contro tutte le pratiche culturali del Giappone con il pretesto di verificare quelle che incorporano bene il culto dell’imperatore.
Questo sarà uno strumento ideale che permetterà ai “cripto gesuiti” di identificare e di prendere il controllo di diversi movimenti religiosi come avevano fatto in Francia con la scusa della caccia agli eretici.

C’è un’altra cosa che già avevano sperimentato in Francia: instaurare un culto alla figura del “Re Sole” (al fine di allontanarlo e renderlo sensibile il più possibile ai suggerimenti dei suoi “consiglieri”).

Anche l’imperatore Meiji sarà isolato e in pochi anni l’antica nobiltà dei samurai sarà schiacciata fino a scomparire del tutto.

Invece nel 1873 si instaura la proibizione al cristianesimo. Dopo 14 anni di lavoro di “geniere”, Verbeck otterrà infine la libertà di evangelizzare.

Però il suo ruolo finisce qui, poiché la sua origine occidentale non gli permettono di avere un ruolo più importante nella società giapponese ancora molto attaccata alle sue tradizioni.

La pista gesuita continua

Il ruolo sarà ripreso da un giapponese che poco dopo l’arrivo di Verbeck il Giappone, farà la sua formazione in Occidente, includendo gli Stati Uniti dove frequenta le migliori università.

Convertito al cristianesimo prende il nome del ricco armatore che lo ha introdotto in occidente: Joseph Hardy Neesima.

Un anno dopo dell’apertura del Giappone al cristianesimo, le cose si mettono bene e Ne’esima, divenuto sacerdote, riesce a convincere un comitato americano a fondare una scuola cristiana in Giappone. Questa scuola si trasformerà nella famosa università Doshisha che ancora oggi gode di moto prestigio.

Qual è la relazione tra tutti questi intrighi e Mikao Usui, il fondatore del Reiki?

E’ molto semplice: le prime storie del mitico fondatore del Reiki narrano che fu professore (direttore?) dell’università cristiana Doshisha; ed egli fu anche membro dell’ordine dei Gesuiti (secondo le ricerche di Pascal Treffainguy).

Non è incredibile trovare un vero gesuita dopo tutti questi anni tra color che sembravano agire come una mano invisibile?

Usui ha tutto del gesuita. Per tutto quello che è inerente alla scienza è eccezionalmente dotato.

Appassionato di meccanica fino al punto di scoppiare in lacrime quando vide per la prima volta un motore. Studioso di astrologia, si trasforma anche nella punta di diamante per l’introduzione della medicina occidentale (allopatia) in Giappone, un fatto che dovrebbe far riflettere gli adepti del Reiki che vedono nel dottore un fervente difensore delle medicine naturali.

La sua natura mistica lo spingerà a convertirsi al cristianesimo a soli 16 anni.

Si può immaginare che fino da quel momento sia preso per mano dai padri che lo educano. La favola vuole che un giorno giù di spirito per non aver potuto spiegare ai suoi alunni come Gesù curava con le mani partirà in giro per il mondo alla ricerca della risposta (tra tutti i luoghi anche il Tibet da cu ritornerà con uno scritto conosciuto come il “Tantra del Raggio”).

Usui fu un vero cosmopolita e molto versatile. Lo troviamo come consigliere del governo di Taiwan, giornalista, uomo d’affari, non proprio l’immagine di un monaco di clausura, ma sì quella del padre gesuita formato per infiltrarsi con qualsiasi mezzo.

Sarà finalmente tra il 1914 ed il 190 che, secondo le diverse versioni che si raccontano nei seminari Reiki, riceve l’illuminazione dopo aver meditato 21 giorni sulla cima di una montagna sacra del Giappone.

Egli vede discendere su di lui una grande forma bianca, i simboli del Reiki appaiono davanti ai suoi occhi, e da quel momento avrà il dono di curare miracolosamente le persone e il dono di trasmettere questo potere.
Le energie dei fantasmi

Fermiamoci un attimo su questa favola.

Ci rendiamo conto che a partire da questo momento i cammini si biforcano: ci sono coloro che vogliono credere nella possibilità di un miracolo e coloro che pensano che tutto questo altro non è che una superstizione e ciarlataneria. Tra le due posizioni un immenso abisso.

E’ come se non ci avessero educati a reagire di fronte ai fenomeni occulti, senza una formazione atta a rifiutarli o a volerci credere disperatamente

Il mondo invisibile però obbedisce a leggi tanto reali quanto quella della gravità, e se i Gesuiti hanno potuto ottenere un tale potere sul mondo non fu solo per i loro stratagemmi, ma per la maestria sulle forze invisibili.

Una prima regola relativa a questi mondi (come nel mondo manifesto) è quella del “niente è gratuito”; in altre parole: ogni energia viene da un luogo. Allora è bene domandarsi da dove è venuta la nuvola bianca che si suppone Usui vide prima di ricevere i suoi doni.

Una prima risposta la troviamo nella etimologia stessa della parola “Reiki”.

E’ evidente che la parola “ki” significa “energia” (“Chi” in cinese), gli occidentali traducono di solito “rei” con “spirito”, allora “Reiki” significherebbe “energia spirituale”. In realtà la parola “rei” (“spirito”) non si riferisce ai nostri doni spirituali, ma a quelli che usualmente si chiamano fantasmi (“spiriti”).

Quindi è l’energia dei defunti che è utilizzata per ottenere miracoli col Reiki.

Questo fatto scioccherà alcuni di voi e lascerà di stucco altri, pensando che il fatto che “i morti possono aiutare i vivi” è qualcosa di nobile; ma come è possibile che le anime disincarnate, ancora errabonde sulla Terra, possano essere d’aiuto ai vivi?

Gli affezionati di spiritismo e della canalizzazione che sperano sempre di trovare risposte per i loro dubbi esistenziali comunicando con l’aldilà dovrebbero chiedersi come, visto che l’aldilà, il mondo dei morti, vive solo nel passato e noi non ci può orientare verso il futuro. Sottomettersi a lui è rischiare una grande confusione e una paralisi che altro non è che un sistema di vampirizzazione.

In realtà, il momento in cui iniziamo a toccare l’aldilà entriamo nel regno della negromanzia e della magia nera.

Molti adepti del Reiki hanno avuto lutti poco prima d dopo aver iniziato le proprie sessioni. A Hawayo Tarata, che portò il Reiki in occidente, morì la sorella pochi mesi prima di essere “ispirato” ad andare a vedere Mikao Usui.

E quando si sa che qualcuno vicino a noi è morto dopo una sessione di Reiki, non ci possiamo chiedere se non sia stato il Reiki stesso che ha scatenato la morte con il fine di recuperare un’anima in più per il suo sistema occulto?

Quando eravamo piccoli tutti abbiamo letto delle storie in cui il diavolo, un genio malvagio, sente le voci di coloro che hanno stretto un patto con lui. Ma quando diventiamo adulti e un amico di “Nuova Era” ci propone una tecnica di cura miracolosa, siamo predisposti a credergli.

Uno pensa che credere in questo ci trasforma in un qualcosa con una “spiritualità” superiore alla media.

La deviazione dallo Scintoismo

La visione chiara di quello che c’è nell’aldilà ci aiuta a comprendere meglio quello che c’è dietro le cure miracolose, ma non ci serve per capire il successo mondiale del Reiki.
Sempre sono esistiti “i magnetizzatori” che a partire dalla loro sensibilità hanno stabilito contatti con l’aldilà.

Cosa offre in più il Reiki?

Il sistema del Reiki è controllato dai Gesuiti e questi campioni dell’occulto non sono del tipo di persone che fantasticano con poteri immaginari e nemmeno di quelli che si lanciano in grandi campagne per un prodotto che non funziona.

Non sono qui a disperdere le loro energie, ma per guadagnare sempre di più.

Per far questo delimitano i depositi di energia (gli egregor,…etc.) e li mettono sotto controllo.

NOTA: Si definisce egregor un conglomerato specifico di energie (del piano astralecondivise da un nucleo collettivo. Ogni Egregor è una Entità “vigilante” (watcher). Un egregor sorge sempre da una collettività. La portata di un egregor è direttamente proporzionale al gruppo di persone che li sostiene con le proprie emozioni e la propria attenzione. Per maggiori informazioni vedi qui.

Quando Francisco Javier sbarcò in Giappone, si rese conto subito che i secoli ed i millenni di devozione e di culto per gli antenati avevano sviluppato un’atmosfera naturalmente mistica all’interno del paese.

Il Giappone non era solo un’isola di pescatori, era una straordinaria cattedrale all’interno dell’aldilà, costruita con un’energia estremamente raffinata. Questa cattedrale di energia era allo stesso tempo una protezione che ricacciava quelli che arrivavano con cattive intenzioni (come era il caso dei Gesuiti).

Due secoli più tardi, quando essi ritornarono in Giappone, lo fecero con molta più prudenza.

Non si trattava di imporre un dogma straniero; al contrario divennero campioni del culto scintoista, fecero di tutto per circondare l’imperatore, allettandolo ed organizzando tutto un culto attorno alla sua persona. Così si assicurarono che una gran parte dell’energia devozionale fosse diretta verso il loro protetto. Non ebbero bisogno di un grande sforzo da parte del popolo nipponico visto che da sempre avevano reso culto ai loro antenati ed ai loro imperatori.

Questa volta però, invece di direzionare la devozione verso l’imperatore, lo fecero verso gli dei ed i mondi superiori(come si fa naturalmente in una società tradizionale) questa energia fu sottoposta al controllo dei Gesuiti.

Quale prova abbiamo al riguardo?

Quando muore, nel 1912, l’imperatore Meiji, non lo fece davanti ai suoi, bensì secondo la leggenda lo fece tra le braccia di Usui – sì Mikao Usui, il fondatore del Reiki!

Solo alcuni anni dopo Usui avrà la sua illuminazione sulla montagna, che il grande fantasma bianco scenderà su di lui e gli concederà poteri straordinari. E come non vedere l’anima dell’imperatore morto in questo fantasma, così carica che non può dare altro che un grande potere alla persona che lo riceve (in questo caso un agente gesuita che ritrovava “per caso” accanto a lui al momento della sua morte.

Quando si conosce l’avidità dei Gesuiti ed il loro intenso desiderio di prendere il controllo sui mondi invisibili (tanto o più forte di quello di altri gruppi di prendere il controllo sul mondo materiale), non dobbiamo sorprenderci che siano stati capaci di prendere il controllo dello shintoismo, attaccando direttamente la testa del sistema: l’Imperatore.

Possiamo invece sorprenderci del fatto che non si siano accontentati di mettere una mano occulta sul Giappone, ma che utilizzino questa vittoria per conquistare il mondo intero con il Reiki!
Il Reiki, il nuovo battesimo


                                                                                                Quando ci interessiamo alla storia del Reiki non è possibile non sorprenderci della rapidità con cui abbandona il Giappone.

Quando Tarata, la terza persona della linea di Mikai Usui, va nella Hawai nel 1937, si suppone che portasse con sé almeno 2000 adepti, ma dopo la guerra non ne rimane nessuno.

Negli anni ’80, quando il Reiki esplode in America, molti cercano di ritornare alle sue fonti giapponesi, ma lì non trovano niente solo alcune porte chiuse. Alla fine il Reiki dovrà essere reimpostato in Giappone, con la sua versione occidentalizzata; questo è il colmo!

Questo significa che agli occhi dei Gesuiti, il Reiki non era destinato ai Giapponesi. Fin dal principio è il mondo intero che deve essere conquistato. La forza dei morti del Giappone fu adoperata solo come potere di conquista.

Quello che è anche utilizzata è tutta l’aura misteriosa del Giappone, con un passato così complicato, tanto che agli occidentali si può raccontare qualsiasi cosa.
Allora le leggende si moltiplicano come le trasmissioni “canalizzate” di Usui. Si finirà col dire che Usui non era completamente cristiano, ma buddista perché questo è molto più alla moda nella “Nuova Era”.

Rimane comunque una base sicura per tutti gli adepti: il memoriale ad Usui, costruito dai suoi alunni dopo la sua morte nel 1927…si sa però che gli operai giapponesi hanno testimoniato che lo avevano costruito nel 1975!

Nonostante tutto i Gesuiti non sono soliti essere disturbati dai dettagli. Sanno che alla gente piace sognare, allora invece di rompersi la testa con una storia coerente, preferiscono creare più aneddoti possibili approfittando anche (per divertirsi) di scivolare su alcune verità della loro impresa.

E’ interessante constatare che, per esempio, nella leggenda ufficiale del Reiki, “il risveglio” di Mikao Usui inizia con una citazione del Vangelo di Marco:

“Andate per il mondo, proclamate la buona novella. Colui che crede e sarà battezzato si salverà; colui che non crede si condannerà.”

Il Reiki quindi diventa il nuovo battesimo della “Nuova Era”.

Un certificato come Maestro di Reiki apre le porte a mille altre iniziazioni, ma anche e soprattutto, a quelle dei “Maestri di Saggezza” che appaiono dai livelli superiori. Una volta che si crede nel Reiki, uno è disposto a credere in qualsiasi cosa.

Il cristianesimo era già troppo stabilito e dogmatico per poter essere veramente universale, cosa di cui si resero conto i Gesuiti in Giappone. Allora hanno rivolto la forza del Giappone contro di lui stesso e l’hanno utilizzata per conquistare il mondo.

L’onda Reiki forma parte dell’onda 666, l’onda che unirà l’umanità dal basso.

E’ come un’onda che inghiotte sempre più persone credule, imprimendo loro dei segni che le mettono sotto il loro controllo, un po’ come il battesimo della Chiesa cattolica che, in altri tempi, serviva essenzialmente per tornare ad essere docili, spegnendo il fuoco delle domande interne.

Chi si azzarderà domani a mettere in discussione i miracolosi benefici del Reiki?

Epilogo


Ai Gesuiti piace divertirsi con le leggende mitologiche (e nemmeno loro ci credono) però quando si oppongono ai loro piani non ridono affatto.
Quando così gli Illuminati (un ordine fondato dal gesuita Adam Weishaupt) sono perseguitati in Baviera, giurano la totale distruzione della Germania, che otterranno nel 1945, dopo due secoli di sforzi. Dieci milioni di tedeschi moriranno per questo affronto.
E quando i Gesuiti furono espulsi dal Giappone, non bastò loro tornare due secoli più tardi e mettere l’Imperatore sotto controllo. Avranno bisogno di una vendetta totale.
Per questo motivo la seconda bomba atomica (una bomba con un’utilità strategica nulla a livello militare) cade su Nagasaki, il feudo gesuita da dove furono espulsi.

150.000 Giapponesi dovettero pagare con la loro vita.

E’ anche un caso che il Giappone si arrenderà il 15 agosto 1945 e che quel giorno è celebrato in occidente sempre come il giorno della vittoria sul Giappone?

LISTA DEGLI AVVENIMENTI ACCADUTI IN GIAPPONE UN 15 AGOSTO

15 agosto 1549 
– San Francesco Javier sbarca sulla costa di Kagoshima, in Giappone.
15 agosto 1863 – Bombardamento di Kagoshima. Gli Inglesi attaccano il Giappone in seguito ad un oltraggio dei samurai.
15 agosto 1869 – L’Imperatore Meiji costituisce sei nuovi ministeri e tra loro decide di dedicarne uno allo “Shintoismo di Stato”.
15 agosto 1945 – Il Giappone si arrende dopo le due bombe atomiche, una il 9 agosto su Nagasaki (la prima fu lanciata il 6 agosto 1945: 6 + 9 = 15),

…e una data meno conosciuta, ma senza dubbio fondamentale nella storia del Giappone: il 15 di agosto 1865, giorno in cui nasce Mikao Usui.

Caso o coincidenza? O il segno che, forse, il mitico Usui non è esistito mai e non è altro che una costruzione gesuita?

ALTRI AVVENIMENTI DALLE FORTI CONNOTAZIONI GESUITE

15 agosto 1537 –
 E’ fondata la città di Asunción in Paraguay. I Gesuiti sperimentarono il loro sistema di riduzionismo.
15 agosto 1947 – L’India ottiene l’indipendenza. (L’India è il primo paese in cui entrarono i Gesuiti).
15 agosto 1954 – Alfredo Stroessner inizia la sua dittatura in Paraguay.
15 agosto 1960 – Indipendenza del Congo (Il Congo è il primo paese africano in cui entrarono i Gesuiti).
15 agosto 1963 – Il presidente del Congo, Fulbert Youlou, è defenestrato dopo 3 giorni di manifestazioni nella capitale.
15 agosto 1965 – I Beatles suonano davanti a 60.000 fans nello Shea Stadium di New York, un avvenimento considerato come l’inizio del “rock da stadio”.
15 agosto 1969 – Inizia il festival di Woodstock.
15 agosto 1971 – Richard Nixon annulla la conversione del dollaro in oro, aprendo una nuova era per l’economia mondiale.
15 agosto 1977 – Un radio-telescopio, negli Stati Uniti, che è parte del programma di ricerca SETI riceve un segnale radio proveniente dal profondo spazio.”

dal Sito Web TrinityATierra

Versión original en Frances

traduzione Nicoletta Marino


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