"THE END"

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venerdì 13 luglio 2012

Attenzione, maneggiare con cautela!


Effettivamente, gli antichi ebrei sono stati un’etnia perseguitata, ma a quell’epoca era normale che popoli più evoluti e militarmente organizzati sottomettessero i confinanti per trasformarli in animali da soma. Quando asini e cammelli non bastavano più, si attuavano operazioni di conquista per razziare beni materiali e mano d’opera a poco prezzo.

Abbiamo quindi buone ragioni per credere sia alla schiavitù degli ebrei in Egitto, sia a quella in Babilonia, come descritto nel Vecchio Testamento. Nei secoli successivi è successo però un evento unico negli annali dell’umanità, con un popolo che si perde nelle nebbie della storia e un altro popolo che ne parassitizza il primo, sostituendosi ad esso e prendendo il suo posto.

Per essere più preciso dovrei leggere “L’invenzione del popolo ebraico”, di Schlomo Sand, ma non avendolo ancora letto basterà qui ora accennare al fatto che i kazariadottarono usi e costumi degli antichi ebrei, annullatisi nel frattempo in quella che è passata alla storia come la Grande Diaspora.
Ciò non di meno, la chiacchierata che ho fatto con un utente di Stampa Libera, Maksimiljan Kodzak, mi ha aperto gli occhi su particolari inediti che non avrei immaginato. Infatti, più di parassitismo dei kazari nei confronti degli antichi ebrei, si dovrebbe parlare di osmosi, giacché sembra che a un certo punto la casta sacerdotale ebraica, visto che il popolo ad essa sottomesso tendeva ad adottare cristianesimo e islamismo, decise di migrare verso nord, portandosi dietro la propria religione e stabilendosi in Kazaria, appunto, l’odierno Kazakistan.

Maksimiljan, ventinovenne di nazionalità slovena ma abitante poco oltre il confine italiano in un villaggio chiamato Vipulzano, mi ha spiegato che i sacerdoti ebrei, conosciuti come Leviti, stabilitisi in Kazaria, hanno esercitato sufficiente autorevolezza sulle preesistenti popolazioni pagane da ottenere un risultato unico nel suo genere: la nascita di un popolo dotato di connotati razziali ariani, ma di cultura mediorientale.
Poi, da lì, si sono spostati in tutto il mondo, soprattutto nell’Europa dell’est, dando vita alla linguaYiddish e mescolando i propri geni con popolazioni dalla pelle bianca e gli occhi azzurri. Tutto ciò accadeva nel nono secolo dopo Cristo e seguenti, ma fu solo con Theodor Herzl, appoggiato finanziariamente dai Rothschild, che nacque il sionismo, cioè l’ideologia del ripristino del regno perduto di Sion.
La spinta a riunire tutti gli ebrei sparsi nel mondo in un’unica località fu così forte nella mente di Herzl e dei suoi seguaci che dal 1933 al 1938 i sionisti si allearono con i nazisti tedeschi, dal momento che entrambi miravano a far allontanare gli ebrei dall’Europa. I nazisti lo volevano su basi razziste, con le buone o con le cattive, mentre i sionisti lo volevano e basta, magari in maniera coercitiva ma possibilmente senza arrivare alla soppressione fisica dei diretti interessati.

Ai nazisti sarebbe andato bene anche che gli ebrei se ne andassero in Madagascar, mentre ai sionisti interessava convogliare le masse di profughi verso la Palestina, antica sede dell’estinto popolo d’Israele.

Ad un certo punto la corda del patto tra nazisti e sionisti si ruppe, ci fu la notte dei Cristalli nel 1938 e quello fu lo spartiacque tra vittime e carnefici. Da quel momento gli eventi precipitarono. Il sogno di Herzl della nascita di un regno d’Israele senza spargimento di sangue naufragò e gli ebrei, considerati persone non gradite su suolo germanico, finirono nei campi di prigionia, con tutte le conseguenze che ne derivarono.

I capi del movimento sionista però non si diedero per vinti. Considerarono l’acuirsi della persecuzione ai danni degli ebrei come un contrattempo e tennero in caldo il proposito di creare il regno d’Israele, cosa che capitò comunque, grazie agli inglesi, al termine della guerra.

Le numerose morti di ebrei prigionieri, dovute alla denutrizione e al tifo, fecero scattare nella mente di qualche sionista la geniale idea che quelle vittime potevano servire alla causa del sionismo, cioè potevano venir strumentalizzate per la costruzione del regno d’Israele. Ad majorem gloriam dei.

Ci fu chi pensò bene di piangere il morto, come si dice anche da noi. Per capirci, mentre aspettavo l’ora dell’appuntamento con Maksimiljan, a Cividale, mi sono fermato a guardare un Rom seduto fuori da un supermercato, con un cagnolino al suo fianco. In quei cinque minuti in cui lo osservavo non c’è stata una sola delle massaie che uscivano con la spesa che non avesse messo mano al borsellino e depositato una monetina nel cappello del questuante. In questi casi, la presenza di un cagnetto è determinante per intenerire i cuori degli astanti.

Ebbene, i sionisti hanno fatto la stessa cosa e la stanno facendo anche ora a distanza di 67 anni dalla fine della guerra. E per rendere il potere di commiserazione ancora più forte hanno gonfiato i numeri dell’olocausto, manovrando i governi europei, in primis quello tedesco, fino al punto di rendere illegale anche solo tentare qualche revisionismo storico del dogma da loro alimentato e reso intoccabile.

Pare che Theodor Herzl abbia detto: “L’antisemitismo cresce e io con esso”. Anche qui, per capire bene tutti i retroscena di una mente geniale e perversa come la sua bisognerebbe leggere “L’industria dell’olocausto”, di Norman Finkelstein, che spiega come ai sionisti interessasse “vendere” l’idea dell’assassinio in massa di ebrei, come se fosse un prodotto commerciale.

Ovviamente, il libro e il suo autore sono stati banditi da Israele e si dà quindi il caso più unico che raro di un ebreo antisemita, che ai nostri orecchi suona come un’inverosimile contraddizione in termini. Di fatto, quegli storici che hanno messo in discussione il dogma dell’olocausto sono stati perseguitati in vario modo, sottoposti ad ostracismo e, in alcuni casi, incarcerati.

Ed è comprensibile che le cose stiano così. Se il Rom questuante seduto fuori dal supermercato avesse avuto un’organizzazione alle spalle, che lo spalleggiasse, io, mentre gli facevo la foto, forse sarei stato agguantato alle spalle e messo con le spalle al muro. Business is business e gl’importuni vengono allontanati. E’ la regola, mafiosa, del commercio. E quindi è sempre meglio guardarsi le spalle.

Non si deve però credere, come mi ha spiegato Maksimiljan, che la colpa del sionismo e della genialata dell’olocausto sia solo ed esclusivamente di matrice ebraica. I primi sionisti, infatti, sono stati i Templari. Anch’essi volevano restaurare il tempio di Gerusalemme e ripristinare una specie di teocrazia con a capo il papa di Roma. Poi qualcosa, anche lì, è andato storto. Filippo il Bello li bruciò sul rogo, confiscò i loro immensi averi e diede la stura all’odio dei cristiani verso coloro che avevano crocifisso il Cristo, magari aiutato in questo dal clero sempre pronto a sporcarsi le mani di sangue, in nome della fede, e dall’immancabile popolo ignorante, superstizioso e facilmente manovrabile.

I Templari possono essere definiti i primi sionisti in senso spirituale, giacché, anche se subirono influenze culturali islamiche, non dimenticarono il progetto della Gerusalemme Celeste e della ricostruzione del tempio di Salomone. Esattamente ciò che i sionisti moderni hanno in mente, con la differenza che al momento attuale il loro piano riguarda l’intera umanità e si è col tempo riempito di connotazioni economico-politiche.

Il sogno dei sionisti moderni non è precisamente quello di Theodor Herzl perché oggi si chiama NWO e dovrebbe essere realizzato grazie al lavoro sporco degli USA, con l’appoggio degli anglosassoni in genere.

Sì, perché i protestanti cristiani sono in un certo senso gli eredi dei sionisti, quando addirittura non sono la stessa cosa. Negli Stati Uniti infatti vi sono dei predicatori protestanti che vengono chiamati sionisti cristiani. Gli inglesi, in particolare, si considerano la tredicesima tribù, diretti discendenti di Davide. Io non so su quali basi genetiche possano dire una cosa del genere, ma secondo Maksimiljan per gli anglosassoni è di grande importanza arrivare a una sovranità globale, con due capitali: Gerusalemme e Astana.

Quest’ultima, costruita ex novo guarda caso in Kazakistan, dovrebbe diventare una capitale simbolica, mentre Gerusalemme incarnerebbe il trionfo del sionismo e la realizzazione di un progetto millenario, descritto già dai profeti dell’antichità.

Per condurre il popolo eletto nel regno di Sion, partendo da quel trampolino di lancio che è Israele, ci si dovrà servire del nuovo Messia, che gli ebrei non hanno mai smesso di aspettare. Quello che per gli ebrei è il Messia, per noi cristiani è l’Anticristo, un po’ come la materia e l’antimateria e qui Maksimiljan mi ha veramente stupito quando ha detto che sono la stessa persona, che cambia radicalmente connotati a seconda di chi guarda. Lo scontro di Armagheddon prossimo venturo vedrà contrapposti Gog e Magog, ovvero gli ebrei da una parte e tutti i non ebrei dall’altra. Gli islamici, per un’antipatia secolare e i cristiani per prendersi vendetta delle persecuzioni dei secoli passati.

Con i maomettani la resa dei conti è già iniziata e milioni ne sono morti per mano della armi americane; con i cristiani c’è solo uno stillicidio di tipo terroristico, con un Mossad ai primi posti nella realizzazione di attentati false flag. Con i cristiani i sionisti vogliono vedere la lenta umiliazione del Papa, subissato di scandali, corruzione e preti pedofili. E’ un po’ come se il servo di fosse fatto padrone e volesse assistere alla decadenza ignominiosa del vecchio despota romano.

In definitiva, stabilito che dalla metà del secolo scorso i sionisti si servono dell’antisemitismo come grimaldello per l’attuazione dei loro piani, gridando al lupo cattivo ogni volta che qualcuno mette in discussione il loro dogma, va rilevato che nei prossimi mesi potrebbe verificarsi qualche evento epocale, magari in concomitanza con le olimpiadi di Londra.

Con le televisioni di tutto il mondo puntate sullo stesso obiettivo sarebbe un’occasione ghiotta per realizzare l’avvento dell’Anticristo, o Messia che dir si voglia, o addirittura un’olografica invasione aliena. In entrambi i casi si tratterebbe di eventi propedeutici all’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

Sono solo ipotesi cospirazioniste, per il momento, ma ci si dovrebbe almeno chiedere perché la Rockefeller Foundationha previsto 13.000 morti durante un mega attentato in occasione delle olimpiadi. Vogliono spaventarci? Mettere le mani avanti? Scatenare la terza guerra mondiale contro gli arabi? O semplicemente farci vedere quanto potenti sono e annichilirci nella sensazione di non contare nulla?

Il 2012 l’hanno propagandato gli Illuminati? Hanno creato grande aspettativa in migliaia di persone che andranno incontro a un’immancabile delusione?

Maksimiljan dice che se così fosse, gli Illuminati potrebbero desiderare un appassimento morale di coloro che hanno ancora una coscienza desta e che desiderano un mondo migliore. Di tutti gli altri non si curano perché sono giù ipnotizzati a puntino.

Non tutto è chiaro delle manovre occulte di sionisti e Illuminati, e ai vuoti si deve supplire con l’immaginazione, ma una cosa è certa: il progetto sionista è tuttora vivo e vegeto. E forse anche di prossima realizzazione.

fonte stampalibera.com

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